Se è vero che Office 365 sta prendendo piede anche nelle piccole realtà, e con esso OneDrive for Business e SharePoint, è altrettanto vero che c’è un oggetto che fa veramente fatica a morire nella testa degli utenti. Sto parlando delle share di rete, che per anni sono state utilizzate dagli utenti per salvare documenti. Sicuramente le share su server hanno molti vantaggi: dalla condivisione, ai permessi per limitare gli accessi, alle shadow copies, ai backup centralizzati; di contro è innegabile che l’accesso dall’esterno è molto difficoltoso a meno di non avere un tunnel VPN o Direct Access, ma i requisiti non sono sempre gestibili.
Non solo documenti aziendali, perchè ci sono degli applicativi che hanno la necessità di salvare file in un repository centralizzato e che per la loro logica di sviluppo, può creare difficoltà di migrazione verso ambienti più evoluti.
Per ovviare al problema, Microsoft ha deciso di introdurre il servizio Azure File Share, un componente presente all’interno degli Storage Account. Il servizio in verità esiste da diverso tempo, ma nell’ultimo anno il team di prodotto ha deciso di lavorarci su e sviluppare funzionalità per avvicinarle sempre più alle share locali.
Creazione Share
Come detto, il servizio è parte integrante dello Storage Account che può essere creato tramite l’apposito wizard – figura 1. Se intendete creare lo SA solo per le vostre share, potete utilizzare la modalità Standard, mentre se l’idea è quella di posizionare anche file vhd, tramite blob, allora potrebbe essere utile valutare l’impego del piano Premium ricordando però che non si può attualmente modificare il piano, una volta che lo storage è creato.
Figura 1 – Creazione Storage Account
Una volta creato lo storage, sarà possibile creare una nuova Share all’interno della sezione File Service, come mostra la figura 2. I valori richiesti sono il nome e la dimensione in GB, dove è utile ricordare che più spazio assegnate e più c’è il rischio che avvenga un uso incontrollato. Questo valore può essere modificato anche in corso d’opera.
Figura 2 – Creazione Share
La share di rete può essere collegata da ambienti Windows e Linux, grazie al comando messo a disposizione all’interno del portale – figura 3.
Figura 3 – Connessione Share
Non solo Windows e Linux, perchè dal portale web (figura 4) è possibile creare cartelle, caricare file ma anche scaricarli localmente, cosa che rende questo oggetto molto versatile anche per gli ambienti misti o in occasioni in cui non è possibile avere il proprio device.
Figura 4 – Gestione Share
Snapshot
Per aumentare la protezione della share, anche su Azure è stata introdotta la funzionalità di Snapshot che consente di effettuare una fotografia della share al fine di avere dei restore point, consultabili via web – figura 5 – dov’è possibile montare una nuova share, scaricare il file oppure ripristinarlo nella cartella, ma anche da un client Windows.
Figura 5 – Snapshot Manager
Azure File Sync
Azure File Share è l’endpoint di un altro oggetto rilasciato da poco in Preview, chiamato Azure File Sync (Azure File Sync: un Nuovo Modo di Sincronizzare i File) che permette di sincronizzare file server posti in sedi separate, al fine di rendere disponibili i file da una sola share di rete. Il servizio non nasce solo per questa soluzione ma se pensiamo ad un software che necessità di una cartella di appoggio per lavorare, ecco l’abbinamento dei due servizi possono aiutare gli utenti a lavorare in tutta tranquillità anche dall’esterno, senza un tunnel VPN.
Conclusioni
Azure File Share è sicuramente una soluzione da valutare per migrare i propri workload sul cloud, riducendo i costi ed aumentando la sicurezza. Il team di sviluppo sta lavorando per implementare nuove funzionalità che avvicini AFS alle share di rete locali.