Azure Stack HCI: configurare il resource bridge

Azure Stack HCI Resource Bridge

Dire che Azure Stack HCI porta il cloud sotto la tua scrivania è vero solo nel momento in cui vengono attivati quei componenti che permettono di estendere le funzionalità del vostro cluster con la potenza di Microsoft Azure.

Il Resource Bridge è il componente che attiva questo ponte tra i due mondi. La soluzione consiste in una macchina virtuale, o meglio un cluster Kubernetes, che viene installata all’interno della propria infrastruttura per avere un connettore capace di far dialogare il vostro cluster Azure Stack HCI con Microsoft Azure.

Ci sono due modi per creare il connettore: da Windows Admin Center o da PowerShell; il secondo metodo è sicuramente più rapido e, ad oggi, più affidabile nell’esecuzione del task. In entrambi i casi i requisiti sono ben definiti.

Una volta terminata l’installazione, che può richiedere fino a 20 minuti, il connettore sarà operativo e pronto per sbloccare le funzionalità cloud.

All’interno di Microsoft Azure verrà creato un nuovo oggetto che è appunto il bridge.

Hybrid Benefits

La creazione del bridge permette di avere diverse feature interessanti:

  • Windows Automanage
  • Windows Server Datacenter Azure Edition
  • Azure Virtual Desktop

Azure Virtual Desktop porta in dote la possibilità di usare Windows 11 Enterprise multi-session, non solo in modalità VDI legata al servizio ma anche in modalità standalone.

Tutte le risorse cloud-based devono passare sempre dal portale Azure e cominciano dalla creazione delle immagini presenti in un marketplace dedicato.

Ad oggi lo store prevede solo immagini Microsoft ma ci si aspettano nuove opzioni anche prevenienti da vendor di terze parti (es. Linux). Il task di creazione prevede il download di un’immagine master, on-premises, che poi verrà duplicata in fase di creazione delle varie macchine virtuali.

Dietro le quinte di Azure Arc c’è Azure Resource Manager e questo è il motivo per cui la creazione delle macchine virtuali, anche se posizionate on-premises, hanno la stessa logica di quando le si creano in cloud.

Per chi ha una naming convention definita, l’uso di Azure Arc può creare un po’ di “instabilità” perchè le risorse non possono avere spazi o caratteri particolari che normalmente possiamo usare in locale. Inoltre, il nome non deve mai superare i 15 caratteri.

Gestione

Tutte le risorse create da Azure Arc, vengono visualizzare anche nel portale Azure e questo significa che è possibile gestire gli oggetti in modo completo, senza dover avere accesso all’infrastruttura locale o avere permessi sul cluster Azure Stack HCI. Per quanto riguarda le macchine virtuali, il portale permette di fare quasi tutto, tranne gestire la parte di memoria ma che comunque rimane possibile fare on-premises.

Conclusioni

L’utilizzo di Azure Resource Bridge aiuta ad estendere il proprio datacenter con le funzionalità di Azure per avere funzionalità avanzate che normalmente dovreste pagare. Questo tipo di operazione consente di ridurre i costi del cloud, spostando i workload on-premises e sfruttando il modello ibrido.

Ad oggi non sono ancora presenti tutte le funzionalità che il team di prodotto ha pensato, ma ci aspettano grandi novità nel corso dell’anno.